sabato 31 ottobre 2015

GIOVANNI LUIGI MANCO

LA NOTTE LATINO-CELTICA 

DELLA DEA POMONA E SAMHAIN


Giovanna Canzano
intervista
Giovanni Luigi Manco
30 ottobre 2015

“Un posto  di rilievo riservavano alle mele per il loro valore simbolico e magico.
 La forma  sferica e la  presenza  al suo  interno  dei  semi  della  vita alludono al cosmo e al potere:  gli imperatori romani reggevano con la mano destra  lo scettro, 
con  la sinistra una mela d'oro.  Per lo stesso  motivo  New York è chiamata
 la “grande mela”.  (Giovanni Luigi Manco)                                                     
CANZANO 1- Come nasce la festa di Halloween?

MANCO - Nella tradizione europea la transumanza del bestiame, dalla libertà dei pascoli al riparo delle stalle, segna la fine e l'inizio del ciclo stagionale, periodo nel quale le leggi dello spazio e del tempo si sospendono e tutto diventa possibile: i morti tornano sulla terra, gli spiriti della natura, fate e gnomi, si fanno beffe di noi nascondendo oggetti e disorientando.
La festa celtica del trentuno ottobre “All Hallows’ Eve“, nome abbreviato poi in “Hallows’Even”, quindi “Hallow-e’en” ed infine “Halloween”, è tipicamente europea, dei celti appunto, stanziati nell’attuale Gran Bretagna, Irlanda, Francia e in diverse regioni dell’Italia settentrionale.  Il 31 ottobre era per loro l’ultimo del calendario e il giorno seguente, il 1 novembre si festeggiava il nuovo anno: l’anno finiva con il passaggio dalla stagione temperata e luminosa a quella delle tenebre e del freddo”. La notte di Samhain”, simbolicamente il signore Tenebre (del nuovo ciclo stagionale), a  mezzanotte, nel momento in cu leggi dello spazio e del tempo si sospendono, prendeva possesso della Terra. In quello stesso magico momento però gli spiriti delle persone morte l’anno precedente potevano tornare sulla terra e vendicarsi dei torti subiti oppure entrare nel corpo di un vivente e sfruttare parassitariamente la sua energia.

CANZANO 3- Cosa significava la festa per la tradizione celtica?

MANCO - Nella tradizione celtica non esistono né diavoli, né demoni, ma spiriti femminili della natura, fate che, nella notte di Samihain facevano “scherzetti“ , facevando perdere a qualcuno l’orientamento (probabile allusioni alle ubriacature). Perguadagnarsi il loro favore si lasciava cibo o latte sui gradini delle case. 
I celti, in diverse regioni del nord Italia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda celebravano la notte di Samhain, tra il 31 0ttobre e 1° novembre. I druidi salivano sulla cima di una collina di querce (alberi sacri), accendevano un fuoco e cantavano, danzano intorno ad esso. Quindi spegnevano il fuoco, facevano lanterne con un tizzone all'interno di una cipolla intagliata e raccoglievano gli altri in appositi contenitori per distribuirli alle famiglie che li usavano per accendere il fuoco nei camini. Lo spegnimento rappresenta il passaggio dell'energia vitale dalla superficie della terra al suo grembo in gestazione. La riaccensione prefigura il fecondo parto della natura a primavera. La tradizione delle zucche è posteriore, nasce negli Stati Uniti, nella seconda metà del XIX secolo, da una leggenda irlandese, quindi dopo la conversione al cristianesimo, nel tempo dei diavoli. Halloween è infatti la variante scozzese di All Hallows'Eve (vigilia di Ognissanti).

CANZANO 2- Come si svolgeva la festa, e che ruolo avevano i bambini?

MANCO - I bambini andavano di casa in casa raccogliendo legna per formare un enorme falò al centro della cittadina. Quando il falò bruciava, nei villaggi ogni altro fuoco doveva essere spento, per evitare che gli spiriti maligni venissero a soggiornavi.  Il rito prevedeva anche lo spegnimento del Fuoco Sacro e la riaccensione di uno nuovo il mattino seguente. Per la sacra cerimonia, i Druidi si incontravano sulla cima di una collina in un’oscura foresta di sacre querce dove offrivano sacrifici di sementi, di animali e si danzava, cantava fino al mattino. Era necessario offrire sacrifici per placare per ossequiare la divinità, ma anche mascherarsi “terribilmente” per spaventare gli spiriti vaganti, indossando le pelli degli animali uccisi durante i sacrifici. Vestiti con queste maschere grottesche i Druidi ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Quindi gli antichi sacerdoti portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico. Lo spegnimento del fuoco, simboleggiava l’inizio del ciclo oscuro, la sua riaccensione il ritorno della luce, il ripetersi del ciclico del tempo, l’eterno ritorno.
Per i morti che tornano a trovare i vivi si preparano e lasciano leccornie sul tavolo da pranzo e i ragazzini ne approfittano per travestirsi da cadaveri o gnomi e bussare alle porte chiedendo “dolcetti” e minacciando, in caso contrario, “scherzetti”.

CANZANO 4- Cosa significa “Scherzetto o dolcetto”?

MANCO - Il “trick or treat” (“Scherzetto o dolcetto”) risale al periodo in cui i primi cristiani, vagando da un villaggio all’altro, elemosinavano un “dolce dell’anima”, vale a dire un tocco di pane. Tanti “dolci dell’anima” tante preghiere per i defunti della generosa famiglia.

CANZANO 5- A Roma invece si celebrava il culto della dea Pomona, c’e ne può parlare?

MANCO - Un rito stagionale celebrato anche dai romani con il culto di Pomona, divinità dei frutti e dei giardini, con offerte varie (soprattutto mele) per propiziare la fertilità futura. Quando durante il primo secolo i Romani invasero la Bretagna, vennero a contatto con le celebrazioni celtiche e, con il passare dei secoli il culto di Samhain e di Pomona si unificarono: i sacrifici furono abbandonati lasciando al loro posto l’offerta di effigi da bruciare, mentre l’usanza di mascherarsi da fantasmi divenne parte integrante del cerimoniale. Una tradizione profondamente radicata che il cristianesimo non riuscì a scalfire per cui Papa Gregorio, nell’835, spostò  la festa di Tutti i Santi dal 13 Maggio al 1° Novembre. Non riuscendo tuttavia a sradicare la festa, aggiunse, nel X° secolo,  il Giorno dei Morti da ricordare il 2 novembre. Il rito celtico del Fuoco Sacro, il Guy Fawkes Day, in Inghilterra non è comunque mai venuto meno. 

CANZANO - Che altro  celebravano i romani?

MANCO - I romani  celebravano il nuovo ciclo  stagionale  anche con fuochi sacri, raccolta ed uso di mele, riti alla dea Pomona,  protettrice dei giardini e della frutta, per propiziare una feconda gestazione dei semi nel grembo della terra. Un posto  di rilievo riservavano alle mele per il loro valore simbolico e magico.  La forma  sferica e la  presenza  al suo  interno  dei  semi  della  vita alludono al cosmo e al potere:  gli imperatori romani reggevano con la mano destra  lo scettro,  con  la sinistra una mela d'oro.  Per lo stesso  motivo  New York è chiamata la “grande mela”.                                                       
In Russia si pone una mela, come simbolo della vita, sulle tombe.

Nelle cerimonie nuziali della Magna Grecia gli sposi mangiavano insieme una mela per propiziare la fertilità.
Per attrarre la persona amata si taglia una mela, si inserisce un biglietto con il suo nome, quindi la si rinchiude ed espone al sole; il prodigio si compie quando la mela comincia ad avvizzire.

CANZANO 6- Come nasce la tradizione di utilizzare le zucche?

MANCO - La tradizione di trasformare zucche in lanterne, le jack-o-lantern, deriva da una leggenda irlandese, fiorita dopo la conversione al cristianesimo, quindi nel tempo degli angeli e dei diavoli.
Un vecchio ubriacone tornava a casa nella notte di All HallowsEve, con il fegato  allo strem, per cui lo sorprende un attacco di cirrosi epatica. Un diavolo cerca di prendergli l’anima. Gli dice l’ubriacone: “Senta, signor Diavolo, non potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all’estremità di quel ramo? Le sarei grato per tutta la vita…”. Il Diavolo salì sulle spalle di Jack per afferrare il pomo ma nel frattempo il furbo ubriacone incide una croce sul tronco dell’albero una croce, così che il Diavolo non riuscì a scendere, rimanendo appeso al ramo. Nel tentativo di impietosire Jack, il Diavolo gli promise di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma Jack rilanciò: “Se la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima”. Il Diavolo accettò, ma il fegato di Jack non tenne conto di questi accordi e un anno dopo spirò. Si trovò alle porte dell’Inferno, ma il Diavolo gli sbarrò la strada. “Una promessa è una promessa”, disse furibondo, “pertanto, caro il mio Jack, vattene da qui: io non ti voglio.” Jack si guardò indietro, e vide solo buio, sulla via che avrebbe dovuto ricondurlo a casa. “Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?” Questi prese allora un tizzone infuocato e glielo lanciò. Jack intagliò una grossa rapa e ci mise dentro il carbone incandescente, per farsi strada. Nella notte di Halloween, si dice, che, si vede sempre una fiammella che vaga nell’oscurità: la lanterna di Jack O’Lantern.
Quando poi nella metà del XIX secolo, costretti dalla carestia, molti irlandesi lasciarono la loro terra per l’America, non trovando nel nuovo continente, rape sufficientemente grosse da intagliare, rimediarono con le zucche.

CANZANO – Come ha trasformato queste feste il cristianesimo?

MANCO - Le tradizioni europee non sono mai piaciute ai neoebrei della setta di Gesù e hanno sempre cercato di sradicarle facendole coincidere con le loro feste: quella di Ognissanti è stata così spostata dal 13 maggio al 1° novembre, nell'835, e successivamente quella dei morti da febbraio al 2 novembre.
Ma in questo caso non ci sono riusciti, non del tutto almeno.

Il GuyFawkesDay, rito del fuoco, non è mai venuto meno in Inghilterra.
In Calabria, a Serra San Bruno, al tramonto del sole i ragazzi sfilano per le strade del paese con frutti intagliati a forma di teschio “coccalu di muortu”
A Orsara di Puglia si accendono fuochi, con rami secchi di ginestra, vicino alla porta di ogni casa, per farla più facilmente ritrovare ai propri cari che nella magica notte  tornano dall'altro mondo. Intanto, prima di andare a letto, cuociono carne che divino con i passanti per festeggiare il “ritorno”.
In Friuli Venezia Giulia e in Veneto nella notte delle “lumère” gli animali, si dice, acquistano il dono della parola e i morti attraversano le città in processione, per loro si accendono candele sulle finestre o sugli usci di casa.
I celti, in diverse regioni del nord Italia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda celebravano la notte di Samhain, tra il 31 0ttobre e 1° novembre. I druidi salivano sulla cima di una collina di querce (alberi sacri), accendevano un fuoco e cantavano, danzano intorno ad esso. Quindi spegnevano il fuoco, facevano lanterne con un tizzone all'interno di una cipolla intagliata e raccoglievano gli altri in appositi contenitori per distribuirli alle famiglie che li usavano per accendere il fuoco nei camini. Lo spegnimento rappresenta il passaggio dell'energia vitale dalla superficie della terra al suo grembo in gestazione. La riaccensione prefigura il fecondo parto della natura a primavera. La tradizione delle zucche è posteriore, nasce negli Stati Uniti, nella seconda metà del XIX secolo, da una leggenda irlandese, quindi dopo la conversione al cristianesimo, nel tempo dei diavoli. Halloween è infatti la variante scozzese di All Hallows'Eve (vigilia di Ognissanti).
Un vecchio ubriacone tornando a casa nella notte di AllHallowsEve, sorpreso da un diavolo vuol prendergli l’anima, dice: “signor Diavolo, potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all’estremità del ramo? Le sarei grato per tutta la vita…”. Il Diavolo sale sulle spalle di Jack per afferrare la mela ma nel frattempo l'ubriacone incide una croce sul tronco dell’albero, costringendo il Diavolo a rimanere appeso al ramo. “Se la faccio scendere, signor Diavolo, mi promette di non pretendere più la mia anima?”. Il Diavolo accetta. Quando Jack muore e si trova alle porte dell’Inferno il Diavolo è furibondo: “Una promessa è una promessa, qui non ti voglio.” Jack guardandosi intorno vede solo buio: “Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?” Questi prende un tizzone infuocato e glielo lancia. Jack intaglia una grossa rapa e lo inserisce al suo interno.
Se nella notte di Halloween si vede una fiammella, si assicura, è la lanterna di Jack O’Lantern.
Le tradizioni europee non sono mai piaciute ai neoebrei della setta di Gesù e hanno sempre cercato di sradicarle facendole coincidere con le loro feste: quella di Ognissanti è stata così spostata dal 13 maggio al 1° novembre, nell'835, e successivamente quella dei morti da febbraio al 2 novembre.
Ma in questo caso non ci sono riusciti, non del tutto almeno.

Il GuyFawkesDay, rito del fuoco, non è mai venuto meno in Inghilterra.
In Calabria, a Serra San Bruno, al tramonto del sole i ragazzi sfilano per le strade del paese con frutti intagliati a forma di teschio “coccalu di muortu”
A Orsara di Puglia si accendono fuochi, con rami secchi di ginestra, vicino alla porta di ogni casa, per farla più facilmente ritrovare ai propri cari che nella magica notte  tornano dall'altro mondo. Intanto, prima di andare a letto, cuociono carne che divino con i passanti per festeggiare il “ritorno”.
In Friuli Venezia Giulia e in Veneto nella notte delle “lumère” gli animali, si dice, acquistano il dono della parola e i morti attraversano le città in processione, per loro si accendono candele sulle finestre o sugli usci di casa.
Giovanni Luigi Manco, triestino di adozione, insegnante, laureato in giurisprudenza, pratica meditazione, la coltiva da oltre 20 anni con maestri provenienti da diverse tradizioni e paesi e la insegna in seminari e laboratori di studi. Autore di numerose pubblicazioni con Movimento Nonviolento, del Veltro, Solaria, Aurora Boreale, tradotte anche all’estero.
In collaborazione con Re Nudo ha pubblicato “BUDDHA la via dei padri”.
Ercole, ed. Re Nudo, 2014
La reggenza del Carnaro, ed. Aurora Boreale, 2012
Buddha, la via dei padri , Sentiero Luminoso, 2003, pag. 363,
La città fiorita, il divenire del socialismo in Mussolini, ed. all'insegna del Veltro, 1988
Immenso e Rosso, nuovo Socialismo, 1981
Alchimia del dolore, Solaria, 1991
Zefiro, Solaria, 1992
La frazione, Gruppo Due, 1978
Marino, sacerdote di Melissano, ed. Movimento Nonviolento, 1990

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Giovanna Canzano - © - 2015

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